Chiò-Chiò - Vita nel Bisagno

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Chiò-Chiò

Il Torrente > Racconti
di Marina De Mattia
Il grande giorno era arrivato, Elisa tutta emozionata tirò su il piccolo zaino, si sistemò il cappellino e pian piano scese dal pullman: era la sua prima gita scolastica!
La maestra li accompagnava a vedere la sorgente del Bisagno.
Elisa abitava in un palazzo vicino alle rive di questo torrente genovese e, abituata a vederlo rinchiuso dagli argini e dalle case,
era proprio curiosa di vedere da dove cominciava.
Sulla piazza del paese c’era una grande confusione: tutti i bambini ridevano e scherzavano contenti per la novità.
La piccola Ely notò subito che l’aria era diversa da quella dove abitava lei: era più fresca, pulita, e sentiva che poteva respirare molto meglio.
Tutti i ragazzi si radunarono sulla piazza e, poco dopo, il piccolo gruppo si mise in marcia verso la meta.
A un certo punto si fermarono: lungo la strada c’era un terreno chiuso da un recinto; la signora gentile che si era offerta di guidarli, aprì un piccolo varco e, con molta attenzione, tutti i bambini passarono dall’altra parte.
Si ritrovarono in un terreno incolto e accidentato; avanzarono lentamente facendo attenzione a dove mettevano i piedi, come aveva raccomandato la guida, ma vedevano solo molte piante.
Dopo un po’, la guida e la maestra però, fecero notare un punto particolare dove, in mezzo alla vegetazione, s’intravedeva un piccolo getto d’acqua.
Quando venne il suo turno, anche Elisa si avvicinò e guardò con più attenzione: l’acqua zampillava dolcemente posando, sulle piante intorno, delle goccioline che brillavano al sole come tante piccole perle.
La bimba s’inchinò e, tra i muschi e le felci bagnate, vide un capino minuscolo e delle piccole “antenne” che si ritiravano prontamente quando erano colpite dall’acqua per poi riemergere.
Era una piccola chiocciola che, lentamente, uscì strisciando dalla vegetazione.
“Come sei carina!” le disse la piccola.
Con due dita l’afferrò per il guscio e la poggiò nella sua mano.
Inizialmente la piccola lumaca si ritrasse nel suo guscio, ma poi pian piano venne fuori e cominciò a esplorare quella strana pianta.
“Ah, ah... così mi fai il solletico!” esclamò la bimba cominciando a ridere.
“Cos’hai in mano” le chiese Valeria, la sua amichetta del cuore, che era lì accanto.
“E’ una chio… chio…” tentò di rispondere la piccola tra una risata e l’altra.
“Ragazzi, venite tutti con me che dobbiamo rientrare” le interruppe la maestra.
“Elisa, andiamo” disse Valeria “posa quell’animale e vieni con noi.“.
“Noo! E’ così tenera, voglio portarla con me” le rispose.
“Ok, ma è meglio che tu e la tua ‘Chiò-Chiò’ vi sbrighiate, o il pullman ripartirà senza di noi”.
“Chiò-Chiò…” ripensò Elisa seduta al suo posto vicino al finestrino, “…è proprio un nome carino, ti chiamerò così”.
Arrivata a casa, la bimba, con una scatola di scarpe, preparò la nuova casetta per la sua chiocciolina.
Ogni giorno la tirava fuori dalla scatola e le portava da mangiare foglie di lattuga o un pezzo di frutta.
Si divertiva a vederla raspare il cibo, la faceva passeggiare sulla manina e poi la rimetteva dentro.
La piccola Chiò-Chiò allora strisciava un po’ ritraendo i suoi tentacolini quando urtava contro le pareti e poi si richiudeva nel suo guscio.
Col passare del tempo però, la chiocciola usciva sempre meno e aveva cominciato a rosicchiare la carta della scatola.
Un giorno la bimba, vedendola così ferma attaccata alla parete e chiusa con un velo nel suo guscio, la prese in mano e le chiese: “Chiò-Chiò, cosa ti succede? Ti manca il tuo prato, non è vero?”.
La chiocciolina tirò fuori lentamente un’antenna come se volesse rispondere di sì.
Elisa decise così che era meglio riportare la sua piccola Chiò-Chiò vicino al torrente.
L’indomani mattina non c’era scuola e, prima di uscire a fare una passeggiata con la sua mamma, la bimba prese la scatola e la portò con sé.
Arrivate lungo gli argini del torrente, Elisa tirò fuori la piccola Chiò-Chiò e stava per appoggiarla sulle piante quando, di colpo, si fermò.
Guardando giù aveva, infatti, notato la grossa differenza tra il tratto di torrente vicino a casa sua e quello dove aveva preso la chiocciolina: qui in città, vedeva che le piante cominciavano a seccarsi e, nel prato, erano scesi a giocare dei cani, portati dagli abitanti della zona, che stavano rovistando in mezzo ai cespugli.
Dopo qualche minuto, inoltre, sentì uno strano rumore: proprio in quel momento, una grossa ruspa, nella sua opera di “pulizia” del torrente, stava tagliando tutte le piante che crescevano sulla riva.
A quel punto, la bimba non si sentiva più di lasciare lì la piccola Chiò-Chiò e chiese alla madre se poteva riportarla dove l’aveva trovata.
La mamma, vedendo la figlia così dispiaciuta per aver portato via la chiocciola dall’ambiente dove era cresciuta, rispose che ne avrebbe parlato con il padre.
Il giorno seguente, i genitori accompagnarono volentieri Elisa e la sua piccola amica alla sorgente.
Arrivati nel piccolo spazio verde, Elisa prese la sua Chiò-Chiò e la pose delicatamente vicino a una pianta.
La chiocciola si stiracchiò sul terreno, piegò la sua antennina come per salutarla e, lentamente, sparì nell’erbetta fresca del suo prato.



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