Le piene del Bisagno - Vita nel Bisagno

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Le piene del Bisagno

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Il livello delle acque del torrente Bisagno è molto variabile nel corso dell’anno. Periodi di siccità anche estrema, nei quali il letto rimane così asciutto da presentare delle spaccature, si alternano a  periodi più piovosi nei quali invece si riempie rapidamente.
Ciò è dovuto principalmente alla particolare conformazione orografica ed alle ridotte dimensioni della valle che  rendono questo corso d’acqua soggetto a periodiche ondate di piena.
In occasione di precipitazioni di notevole entità , concentrate in un breve periodo di tempo, queste piene possono rischiare di  trasformarsi in episodio alluvionale.
Tra questi , sono da ricordare in particolare la grande alluvione del 1822, ricordata come il diluvio di S. Crispino (con  822 mm di pioggia in 24 ore)  e quella del 1970 (con 952 mm  in 24 ore), nella quale crollò il ponte di S. Agata.
Per questo motivo negli ultimi decenni sono aumentati i controlli per tenere sotto osservazione i fenomeni  meteorologici ed il livello delle acque del torrente.
In modo particolare dopo l’evento alluvionale del 1970, è stato istituito il Centro Meteo Idrogeologico della Regione Liguria (CMIRL) che, attraverso l’utilizzo di strumenti sofisticati , si prefigge l’obiettivo di riuscire a comunicare preventivamente situazioni di potenziale rischio.
Il Comune di Genova si è dotato di mappe delle zone a rischio, integrate da specifici studi (Piani di Bacino). Per quanto riguarda il Bisagno queste partono dalla zona di Prato per poi diventare sempre più ampie da  Molassana  in corrispondenza della confluenza con corsi d’acqua minori (rio maggiore, trensasco, fossato cicala e rio preli) e nelle zone della Sciorba e ponte Carrega.
L’estensione delle zone a rischio  aumenta ulteriormente da Staglieno per poi raggiungere Marassi  ed arrivare al massimo dell’ampiezza nell’area a valle dei sottopassi ferroviari nella zona della foce.
Il settore della protezione civile del Comune di Genova ha inoltre attivato un sistema di informazione dei cittadini attraverso una segnaletica a pannelli luminosi per le allerte meteo e la divulgazione di mappe delle zone a rischio di allagamento tramite opuscoli (disponibili anche presso le circoscrizioni e la polizia municipale) nei quali vengono forniti  inoltre consigli comportamentali in caso di alluvione.
In occasione dell’ultima grande piena del Bisagno del novembre 2002, tutta la città è stata allertata. La zona della Val Bisagno è stata isolata e le scuole sono state chiuse. Le emittenti locali hanno organizzato una diretta tv per seguire l’evoluzione del fenomeno  in attesa dell’esondazione che però non si è verificata.  Dopo alcune ore dalla piena massima infatti il livello delle acque era già sceso ed è comunque rimasto sempre sotto il bordo dell’argine.
Questa è un’ulteriore conferma di come resti comunque difficile prevedere con esattezza un’onda di piena, in quanto la ristrettezza del bacino, la brevità e la pendenza del corso del Bisagno rendono estremamente rapida l’evoluzione delle piene del torrente.
Occorre inoltre considerare che le piene del Bisagno e le sue possibili conseguenti esondazioni sono dovute ad un insieme di fattori.
La piovosità , particolarmente se concentrata in alcuni periodi dell’anno, è certamente determinante ma anche perché viene a cadere su di una zona particolare.
La morfologia del bacino del Bisagno, già ricordata, rende infatti più breve il tempo di corrivazione ed il territorio ha subito nel tempo importanti modifiche antropiche della copertura: disboscamenti; cementificazione (accentuata nella disordinata ricostruzione edilizia dal dopoguerra fino agli anni ‘80); restringimento dell’alveo (il ponte S. Agata, ad esempio, nell’ottocento si estendeva su 14 arcate; prima del crollo nel 1970 erano state ridotte a quattro) e copertura (dei piccoli torrenti e dei rivi che dai monti scendono verso il litorale e soprattutto nella zona della foce).
È quindi importante conoscere la natura del territorio per proteggerlo e ridurre il peso del fattore antropico mantenendo pulito l’alveo (troppo spesso usato come discarica per abbandonare rifiuti anche ingombranti) ed attuando opere di difesa idraulica compatibili con l’ambiente.
Marina De Mattia
Fonti:
AutoreTitoloRiferimento
Comune di Genova
Alluvioni - quello che c'è da sapere

a cura dei Settori Protezione Civile e Comunicazione



Roberto Pedemonte - SMI Liguria
La piena del torrente Bisagno a Genova del 26 novembre 2002.- 5.12.2002
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